Acquisire la cittadinanza italiana per via amministrativa rappresenta un’opportunità unica per coloro che vantano discendenze italiane e desiderano ufficializzare il loro legame con l’Italia. Questo processo, basato sul principio dello ius sanguinis (diritto di sangue), consente ai discendenti di cittadini italiani di ottenere il riconoscimento della cittadinanza, a condizione che siano soddisfatti determinati requisiti. In questo articolo, esploreremo i criteri, le procedure, i riferimenti normativi e i documenti necessari, offrendo una guida chiara e dettagliata per orientarsi nel percorso amministrativo.
I Principi Fondamentali sulla base dei quali si può richiedere il riconoscimento della cittadinanza italiana jure sanguinis sono:
- la trasmissibilità per discendenza ossia secondo il principio dello ius sanguinis, sancito dall’art. 1 della legge n. 91/1992, un individuo può acquisire la cittadinanza italiana se discende da un genitore cittadino italiano;
- la possibilità di una cittadinanza multipla secondo cui la legge permette di detenere più cittadinanze, eliminando la perdita automatica della cittadinanza italiana in caso d’acquisizione di una cittadinanza straniera (art. 11 della legge n. 91/1992);
- il riconoscimento dei diritti di genere che grazie alla Costituzione Italiana, dal 1948, e successivamente alla legge n. 123/1983, permette anche alle donne italiane di trasmettere la cittadinanza ai loro figli.
Premessi i principi fondamentali in base ai quali si può richiedere la cittadinanza italiana jure sanguinis bisogna vedere quali siano i requisiti per l’ottenimento del Riconoscimento della Cittadinanza Iure Sanguinis.
Al riguardo, per ottenere il riconoscimento della cittadinanza italiana per la via amministrativa, è necessario soddisfare i seguenti requisiti:
- Discendenza documentata: Dimostrare la discendenza diretta da un avo nato in Italia che non abbia mai rinunciato alla cittadinanza italiana.
- Assenza di interruzioni: La trasmissione della cittadinanza non deve essersi interrotta a causa della naturalizzazione straniera dell’avo o dei discendenti (art. 7 della legge n. 555/1912).
- Documentazione ufficiale: Fornire certificati di nascita, matrimonio e morte, legalizzati e tradotti in italiano, come richiesto dal DPR n. 572/1993 e dal DPR n. 362/1994.
Una volta accertato di soddisfare i principi fondamentali ed i requisiti richiesti ex lege la procedura per il Riconoscimento della Cittadinanza italiana jure sanguinis potrà essere intrapreso dal discendente dell’avo italiano o in Italia, richiedendo la residenza nel Comune di nascita dell’Avo, oppure all’estero presso il Consolato italiano competente secondo la residenza del richiedente.
Le fasi principali di questo procedimento, in sintesi, sono:
1) la preparazione della documentazione ex lege richiesta (ossia: certificato di nascita dell’avo italiano, rilasciato dal Comune italiano di origine; atti di nascita e di matrimonio di tutti i discendenti; certificato di mancata naturalizzazione dell’avo, conforme alle indicazioni della circolare K.28.1 del Ministero dell’Interno (8 aprile 1991); eventuali sentenze di divorzio o separazione, con la precisazione che tutti i documenti formati all’estero dovranno essere tradotti e legalizzati con l’Apostille, se necessario, ai sensi della Convenzione dell’Aja del 1961.
2) la presentazione della richiesta di riconoscimento della cittadinanza italiana jure sanguinis che dovrà essere inoltrata se il cittadino richiedente è residente in Italia al Comune di residenza, previa registrazione anagrafica (così come chiarito dalla circolare n. 32/2007 del Ministero dell’Interno che stabilisce che la dichiarazione di presenza è sufficiente per l’iscrizione anagrafica) oppure al Consolato italiano territorialmente competente rispetto alla circoscrizione di residenza del richiedente.
La durata del procedimento dipende dal carico di lavoro dell’ufficio al quale viene inoltrata la domanda, normalmente in Italia è previsto un termine non perentorio di 180 giorni, mentre i tempi della procedura presso i Consolati italiani all’estero non sono quantificabili.
Chiaramente la procedura in Italia permette di terminare il procedimento in tempi abbastanza rapidi anche se è previamente necessario richiedere la residenza nel Comune italiano scelto fino alla verifica da parte dei vigili urbani dell’effettività della residenza (che in alcuni Comuni può tardare fino a 45 giorni) per poi poter fissare l’appuntamento in Comune per la presentazione dell’istanza di riconoscimento della cittadinanza italiana jure sanguinis.
E’ importante segnalare che nei casi di trasmissione della cittadinanza italiana per via femminile (ossia materna) prima del 1948, non è possibile utilizzare la procedura amministrativa, bensì è necessario ricorrere alla via giudiziale così come riconosciuto dalla Corte Costituzionale con la sentenza n. 30/1983 e dalla Corte di Cassazione nel 2009.
Il riconoscimento della cittadinanza italiana per via amministrativa è un procedimento da preparare con cura per garantire il successo dell’istanza che non solo rafforza il legame con le proprie origini italiane, ma offre altresì l’opportunità di usufruire dei diritti e dei benefici connessi alla cittadinanza italiana.
Ringraziamo l’avvocato Andrea Rossignoli per questo contributo.