Diffondiamo l’articolo pubblicato da La Voce d’Italia sull’evento organizzato dal nostro ComItEs sul RIM 2024
MADRID – “Siamo un popolo di migranti. Lo siamo al di là della direzione del movimento: sia di partenza, sia di ritorno che di ripartenza. Siamo un popolo che si sposta alla ricerca di un’esistenza felice. In questo caso, il cambiamento semantico è doveroso. La lingua si evolve, varia con il tempo, con lo spazio, con le popolazioni. Utilizzare i prefissi ‘emi’ o ‘imi’ è fuorviante, in particolare nel momento in cui noi auspichiamo di parlare di migrazioni plurime”. È stato questo il commento di Delfina Licata, responsabile scientifico della Fondazione Migrantes e curatrice del “Rapporto Italiani nel Mondo 2024” (RIM), nel rispondere alla “Voce” che chiedeva se parlare di “mobilità” invece di “emigrazione” non fosse solo un ricorso semantico per illustrare un fenomeno che in Italia è sempre esistito. Non a caso, come si legge nel “RIM”, “dal 2006 al 2024 la popolazione iscritta all’AIRE (Anagrafe degli Italiani Residenti all’Estero, n.d.r.) è quasi raddoppiata (97,5%) passando da 3,1 a oltre 6,1 milioni”. Sempre nel “RIM”, poi, si precisa “che l’immigrazione italiana sia una storia mai finita e sempre in itinere: questo lo attestano i dati sulle classi di età. La comunità ufficiale, infatti, si svecchia sempre di più e alle generazioni emigrate da più di 15 anni (48,5%) si sono via via affiancate, fino a superarle, quelle all’estero da meno di 15 anni (51,5%) e, in particolare, tra i 5 e i 15 anni (28,2%) e da meno di 5 anni (23,3%)”.
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